Negli ultimi anni si è parlato tanto (tantissimo) di disintermediazione.
Portali vs vendita diretta.
OTA cattive, sito buono.
Ma… è davvero così semplice?
La promessa
“Se riesci a vendere tutto dal sito, guadagni di più!”
Vero.
Ma è come dire “se vinci la Champions League, fai tanti soldi”.
Ci vuole una struttura.
Un funnel. Un sito che converte. Un CRM che lavora.
Un brand riconosciuto. Un database profilato.
E sì, un team marketing che gira a pieno regime.
La realtà
Le OTA portano visibilità, volume, clienti internazionali, last minute, clienti business…
Hanno speso centinaia di milioni per diventare quello che sono.
Pensare di “fare a meno delle OTA” è come dire:
“Mi faccio pubblicità da solo e batto Google sul suo terreno.”
E poi c’è un dettaglio che molti ignorano:
Affidarsi a un solo canale di vendita (anche se è il proprio sito) è un rischio.
Disintermediazione ≠ chiusura
Impostare la propria strategia di vendita su un unico canale, anche se diretto,
è come mettere tutti i propri soldi su una sola azione in borsa.
Un giorno Google cambia algoritmo?
Una campagna Meta non performa?
Un errore tecnico sul booking engine?
E… sei fuori gioco.
Diversificare non è solo buonsenso.
È la prima regola della gestione del rischio.
La mia opinione?
Disintermediare sì. Ma con intelligenza.
Crescita della vendita diretta? Assolutamente.
Chiusura totale alle OTA? No, grazie.
OTA e vendita diretta devono convivere, non combattersi.
L’ideale è un mix sano, misurabile, strategico.
La strategia vincente?
Equilibrio
Usa le OTA come parte del tuo mix.
Non come unica stampella, ma nemmeno come nemico da estirpare.
Tecnologia
Un booking engine che converte. Un CRM che lavora. Un sito che convince.
Controllo
Analizza, testa, adatta. Chi non misura… improvvisa.
(Post volutamente riflessivo. Ma con qualche punto fermo.)
Tu come la vedi?
Ti affideresti mai al 100% solo al tuo sito?

